Sono Apedo Komi e David, ho 27 anni e sono infermiere diplomato dello Stato del Togo e lavoro nel Centro “Vita in Abbondanza”, a Kpalime Seva. Voglio ringraziare sentitamente i benefattori del Progetto “Adotta un Papà”. Grazie a questo progetto, io posso avere un lavoro e uno stipendio nel mio proprio paese, e la possibilità di costruire la mia vita e aiutare la mia famiglia nel suo pe noso quotidiano. Lavorando in questo Centro, io posso collaborare per migliorare la qualità del servizio di assistenza sanitaria offerto alle persone, specialmente alle più povere. Colgo questa occasione per esprimere la mia gratitudine ai carissimi benefattori. Che Dio vi benedica, vi protegga e vi dia il centuplo per quello che fate per noi del terzo mondo.

Mi chiamo Francoise Dominique Zotoglo Akou, sono sposata e ho una figlia di tre anni. Vivo e lavoro in Francia e questo, grazie al Centro di formazione “Femminile Sante Teresa del Bambino Gesù” di Abidjan in Costa Avorio. Ho frequentato il Centro dal 2002 al 2005. In quegli anni la Costa d’Avorio era in guerra civile, questo però non mi ha impedito di frequentare i corsi realizzati nel Centro per le giovani del quartiere Derrière Warf. La formazione ricevuta mi ha portato ad essere una donna coraggiosa e forte. Ancora oggi risuonano nel mio cuore le parole dei nostri maestri: “Ragazze non smettete di sognare”. Ho sognato, ed oggi sono molto contenta di essere quella che sono. Fin da piccola ho vissuto nella difficoltà e nella povertà. La scuola per me era solo un sogno che si è concretizzato attraverso il Centro. Frequentare il Centro per me è stato un’opportunità unica e grande, che ha cambiato la mia vita. La formazione ricevuta ha trasformato la mia povertà, mi ha mostrato un mondo nuovo pieno di possibilità e di sogni. Quello che oggi sono, le mie realizzazioni e conquiste, le devo a Dio, alle suore clarettiane e ai benefattori, attraverso il Centro S. Teresa del Bambino Gesù. Collaborare a questi progetti è generare e sostenere la vita. Grazie di cuore a tutti.

Sono il signor Icélio Barbosa, ho 4 figli. Nel 2012 sono diventato vedovo. I miei figli erano tutti piccoli, l’ultima aveva solo 2 anni. Sfortunatamente dopo la morte di mia moglie, ho avuto un ictus e il lato sinistro del mio corpo è rimasto paralizzato. In quel momento, la vita che, già non era facile, è diventata molto difficile. Incapace di continuare a lavorare come muratore, ho dovuto lavorare raccogliendo bottiglie di plastica per una cooperativa di materiale riciclabile. Lo stipendio però era bassissimo, non sufficiente per sostenere i miei figli. Anche soffrendo la povertà non ho mai lasciato di curare i miei figli e di averli accanto a me. In quei momenti ho trovato grande aiuto nelle suore Clarettiane nel Centro diurno per i bambini a Guaratuba, in Brasile. Attraverso il progetto “Adozione a distanza” loro mi hanno aiutato e mi aiutano tuttora. Ognuno dei miei figli ha uno padrino o una madrina a distanza. E’ con la loro generosità che i miei figli possono mangiare meglio, avere i libri, la divisa per andare a scuola, e l’assistenza alla salute. L'anno scorso mio figlio maggiore André, che ha il diabete, la stessa malattia della madre ha avuto, di conseguenza, un grave problema renale dovendo subire un intervento chirurgico. Anche questo è stato possibile con l’aiuto del progetto “Adozione a distanza”. Sono felice perché mio figlio è guarito. Ringrazio Dio per avermi aiutato e ringrazio profondamente voi, cari benefattori. Grazie al vostro aiuto economico posso portare avanti la mia famiglia.